SCOPRIRSI ITALIANI

I viaggi delle radici in Italia

Diamo notizia dell’ultimo libro del prof. Giuseppe Sommario (e altri), socio fondatore di LIME e apprezzato studioso esperto di questioni migratorie in Italia e all’estero. Di seguito l’introduzione del volume edito da Rubbettino. 

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Questo volume è frutto di un lungo e profondo lavoro di ricerca. Un lavoro veramente plurale a tutti i livelli. Un lavoro corale che ha attraversato i mesi drammatici della pandemia, ha visto coinvolti migliaia di italiani e/o italodiscendenti sparsi in tutti i continenti, e ci ha confermato che gli italiani nel mondo sono una storia, tante storie che attendono di essere raccontate.

Il tutto nasce dalla tesi di Dottorato di Marina Gabrieli e dal desiderio mio, di Marina stessa, di Delfina Licata e di Riccardo Giumelli di lavorare insieme ad un progetto comune, di mettere a fattor comune le diverse anime, le diverse competenze, i diversi percorsi professionali e di vita. Già in qualche modo siamo parte di un progetto comune, in quanto sia io, sia Marina e sia Riccardo siamo redattori del Rapporto Italiani nel Mondo curato da Delfina, e tutti facciamo parte del Tavolo Tecnico sul Turismo delle Radici promosso dal MAECI, e che vede fra i promotori fondatori Raiz Italiana, la cui presidente è stata sino a pochi mesi fa Marina Gabrieli. Inoltre, più volte ci è capitato di lavorare insieme a progetti singoli, spesso ci siamo scambiati impressioni, dati, nostalgie sulla mobilità e sugli italiani all’estero. E più volte avevamo accarezzato l’idea di mettere mano ad un progetto comune. E, così, quando nel 2019 Marina ci ha proposto di scrivere un libro sul Turismo delle Radici a partire da quella che era la sua tesi di Dottorato, abbiamo accolto subito l’invito e abbiamo cominciato a riflettere sulla strada da percorrere. Nel 2018, intanto, si teneva il primo Tavolo Tecnico sul Turismo delle Radici. Proprio in quell’occasione Riccardo Giumelli lanciò l’idea di un Osservatorio sulle Radici. Proposta accolta dall’Associazione AsSud di Paludi[1]: nel gennaio del 2020 nasce così l’Osservatorio permanente sulle Radici Italiane (ORI) costituito da noi quattro. L’Osservatorio prende in carico il progetto, incassa il sostegno del MAECI e così parte “Scoprirsi Italiani, i viaggi delle radici in Italia”, ratificando di fatto quanto già stavamo facendo da alcuni mesi.

Il volume darà modo di approfondire adeguatamente le varie questioni che un tema ancora poco studiato come il turismo (o viaggi) delle radici solleva, a cominciare da quella legata alla non univocità della definizione. Il volume contiene cinque saggi e una ricchissima appendice che accoglie una parte della enorme mole di dati derivanti dalle risposte al questionario che è stato il centro di questo lavoro di ricerca[2]. Il primo saggio firmato dal sottoscritto indaga i rapporti fra partenze e restanza e come da questo legame nasca la ritornanza, i viaggi delle radici che possono essere fattore importante nel tentativo recente di riabitare le aree interne. Nel secondo saggio, Delfina Licata, entra nel merito della questione, delinea il profilo del viaggiatore che emerge dalle risposte al questionario e propone di superare la confusione terminologica con la definizione “turismo migratorio”. Nel terzo saggio, Marina Gabrieli descrive e articola con dovizia aspettative, motivazioni e abitudini del viaggio alla scoperta delle radici italiane, descrivendo le varie tipologie di viaggio delle radici e le varie fasi, commentando e incrociando alcuni dati emersi dalle risposte al questionario. L’ultimo saggio è quello che Riccardo Giumelli dedica soprattutto ai bisogni del viaggiatore delle radici, soffermandosi sulle intenzioni del viaggiatore e sugli aspetti strutturali della ricerca, prima di chiudere con alcune considerazioni generali volte ad inquadrare il fenomeno nel più ampio spazio generale. A chiudere il volume, prima della ricchissima appendice, troviamo una preziosissima intervista in esclusiva che Vito Teti ha rilasciato a chi scrive e che dà ulteriori e nuovi spunti di riflessioni.

Vorrei anche sottolineare che, pur nella diversità dei nostri approcci disciplinari, sotto l’aspetto metodologico abbiamo condiviso alcuni punti fermi che hanno guidato tutti noi nel corso della ricerca: il primato della persona e il primato della ricerca; l’importanza di costituire gruppi di studio che osservino e affrontino le questioni con approcci pluridisciplinari, consapevoli che è sempre il “noi che vince” come dice don Ciotti.  E a maggior ragione il “noi” non può che vincere anche in questo caso, cioè nello studio di materie così sfuggenti e complesse come l’emigrazione e il turismo delle radici che si prestano ad essere studiati da numerose prospettive disciplinari. Tenendo bene a mente questi punti fermi, abbiamo affrontato il lavoro, con le nostre diverse competenze, ma con lo stesso sentimento, lo stesso amore per i luoghi delle origini e per gli italiani all’estero, per le comunità dell’osso e per quelle doppie.

Ringraziamenti doverosi e quasi infiniti, visto che, a vario titolo e in vario modo, sono stati veramente in tanti a far sì che la ricerca giungesse in porto. Un’opera corale, frutto veramente di una pluralità di persone che, al di là dei quattro autori che hanno scritto poi materialmente il volume, hanno dato un contributo importante nelle varie fasi del progetto di ricerca. E, allora, sperando ricordare tutti, innanzitutto, un grazie al MAECI per aver accolto la nostra proposta. In particolare, un sincero ringraziamento a Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, e a Giovanni Maria De Vita, Coordinatore per il Turismo delle Radici, le iniziative culturali pluriennali e la comunicazione del MAECI, che hanno creduto fortemente nel progetto e ci hanno sostenuto. Un grazie all’Associazione AsSud per aver preso in carico il progetto, per averci sostenuto e supportato nelle varie fasi del lavoro. Grazie ai tanti (sono stati veramente in molti: singoli, associazioni, consolati, ambasciate, comites, camere di commercio, missioni cattoliche) che ci hanno aiutato a diffondere il questionario in tutto il mondo. Un grazie a chi ha reso possibile realizzare i webinar: oltre 10 ore di diretta e quasi 100 ospiti intervenuti da tutto il mondo che ringraziamo di cuore per la disponibilità e per aver apportato il loro contributo al dibatto sul tema oggetto della ricerca[3]. E, poi, grazie ai 10.184 che hanno completato per intero il nostro questionario e che hanno condiviso con noi dati preziosi e condizione necessaria per il nostro lavoro; ma grazie anche agli altri 20 mila che non sono riusciti a concludere il questionario. Grazie a Claudio Visentin per la sua prefazione e grazie al professor Vito Teti per l’intervista, per e avermi accolto a casa. A loro un ringraziamento mio personale per l’affetto e la vicinanza che hanno avuto e hanno per il sottoscritto. Grazie a Domenico Angilletta, il nostro mago della piattaforma, grazie a Giuseppe Terzo che ha analizzato, incrociato, aggregato l’infinita mole di dati generati dalle risposte. E, ancora grazie a Marina Gabrieli per aver voluto condividere con noi il suo lavoro di Dottorato, base e punto di partenza di questa fatica. E, infine, grazie agli altri autori di questo volume: la stessa Marina, Riccardo Giumelli, e Delfina Licata, compagni di viaggio e di ricerca davvero speciali.

Ci consegnano ai lettori, consapevoli che si tratta solo di un primo passo, un punto di partenza. Del resto, come tutte le ricerche, anche questo progetto, oltre ad essere stato un lavoro di ricerca sui viaggi delle radici, è stato anche un viaggio. «Un viaggio aperto, problematico, non concluso. Come tutti i viaggi, come tutte le ricerche».

Giuseppe Sommario, coordinatore del progetto di ricerca “Scoprirsi Italiani: i viaggi delle radici in Italia”, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano


[1] È l’Associazione calabrese che cura e organizza il “Piccolo Festival delle Spartenze. Migrazioni e Cultura”, manifestazione ideata e diretta da chi scrive.

[2] Per una descrizione dettagliata sul questionario, sui criteri adottati per approntarlo, sulla piattaforma utilizzata, e sulle modalità di analisi si rimanda alla nota metodologica che apre l’Appendice.

[3] Per chi volesse consultare le nostre dirette che sono state momento di riflessione di notevole interesse, si rimanda alla pagina YouTube dell’Associazione AsSud: https://www.youtube.com/channel/UCI88u8WPoX0t5M3yW7y0REQ.